The Talos Principle: quando sogni pecore elettriche

The Principles By Alessandro Scorsino


6 minuti di lettura



Cos'è che ci rende realmente umani? Qual è il nostro scopo come individui e come specie?

È incredibile come questo videogioco del 2014 sia così misconosciuto, uno dei più palesi esempi di sottovalutazione in ambito videoludico.

Io ho incontrato “The Talos Principle” quasi per caso, sfogliando la libreria indie del Playstation store.

L'assunto da cui il gioco prende il nome si basa sul mito di Talo (o Talos), gigante di bronzo creato da Efesto per proteggere la sua cara Europa sull'isola di Creta. Minosse lo utilizzava come strumento di difesa e controllo del suo dominio finché gli Argonauti non lo sconfissero. Una sola freccia nel punto giusto fece uscire l'olio, la linfa, il sangue e quel costrutto cessò di muoversi.

Filosofi ellenisti, in aperta contrapposizione ad Aristotele, erano convinti che il pensiero teorico dovesse essere successivo all'osservazione della realtà. Come per Talos, anche noi umani non siamo altro che sangue. Per quanto desideriamo vivere nel mondo delle idee, cenere siamo e cenere ritorneremo. La realtà è l'unica cosa che conta. Si può pensare a questo principio come ad una prima forma di filosofia materialista.

Ma c'è di più. Un automa, programmato per eseguire dei compiti già decisi a monte da un Dio creatore, può avere realmente una forma di coscienza?

Il gioco comincia col nostro risveglio in un giardino idilliaco, con solo una voce dall'alto a guidarci. Essa si presenta come Elohim (Dio in antico ebraico) e ci chiama suoi “figli”. Ogni angolo di questo Eden è nostro da esplorare, ma con un limite: non ci è concesso salire sull'alta torre perché il pericolo che lì si cela sarebbe tale da condurci alla morte. È chiaro il riferimento al mito biblico di Adamo ed Eva.

A questo punto siamo chiamati a compiere una scelta: seguire le istruzioni del Padre, affrontando e completando i rompicapi di questo puzzle game, oppure decidere di contravvenire al suo volere.

D'ora in avanti procederò con spoiler sulla trama e sul messaggio che il prodotto cerca di trasmettere, continuate a vostro rischio.

“In principio c'erano le parole e le parole hanno creato il mondo.”

Ben presto ci risulta chiaro che tutto ciò che abbiamo intorno non è altro che una simulazione. L'illogicità del posto in cui ci troviamo e i continui glitch grafici non possono che farci pensare che questa non sia la realtà. Cos'è allora?

La narrazione è silenziosa e si basa sull'interazione con dei terminali sparsi un po' ovunque. Nulla ci impedisce di ignorarli, se non la curiosità. Curiosità... il concetto che esprime questa parola sarà di fondamentale importanza più avanti. Grazie all'interazione con le suddette periferiche, scopriremo come tutto ciò che ci circonda sia stato creato da una élite di scienziati tra i migliori al mondo, con lo scopo di salvare l'umanità.

L'umanità, esatto. Un'umanità che si è estinta migliaia di anni prima. Tutto ciò che rimane della nostra cultura è contenuto in questa simulazione. L'infinità di file e di conoscenza al suo interno è ormai danneggiata e, come dopo l'incendio alla biblioteca di Alessandria, la maggior parte è andata perduta e solo pochi frammenti sopravvivono.


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Ciò che ha portato la specie all'estinzione è stato il rilascio di un virus (ci ricorda qualcosa?) rimasto dormiente nelle calotte glaciali e tornato alla luce per colpa del riscaldamento globale. Una non troppo velata critica degli sviluppatori allo sfruttamento ambientale.

A che scopo quindi tutto ciò? A che scopo cercare di salvare un'umanità che già da tempo ha lasciato le sue spoglie mortali? Già, a che scopo...

L'avventura non è del tutto solitaria. Sparsi sui muri degli edifici che ci circondano troveremo dei QR Code, lasciati dai nostri simili. Come noi, si chiederanno dove sono, qual è lo scopo di tutto questo e se sia saggio o meno ascoltare la voce di Elohim.

Ancora più interessante è la presenza di un programma all'interno della rete dei terminali, creato originariamente per catalogare ed analizzare l'immenso archivio di dati della storia umana. Questo software si divertirà ad interrogarci su ciò che stiamo facendo e ci chiederà di rispondere a semplici test della personalità. Ci informerà, inoltre, che infinite generazioni di nostri simili ci hanno preceduto. Ad ogni nostra affermazione morale o ideologica, questa intelligenza, apparentemente senziente, cercherà di smontare le nostre convinzioni utilizzando cinismo e fredda logica. Se cerchiamo la verità, ci dice, dobbiamo salire sulla torre: il serpente ci tenta con il frutto dell'albero della conoscenza.

Il gioco propone tre finali, ma per questa analisi considererò i due che ritengo più significativi.

Per concludere l'esperienza si devono raccogliere tutti i sigilli sparsi per le varie aree e, per raggiungere le aree dove sono custoditi, si devono risolvere enigmi di varia natura, per lo più logici e spaziali. Quando il nostro compito sarà finito, le porte del paradiso si spalancheranno davanti a noi e ci verrà concessa la vita eterna. Ma prima di attraversarle, possiamo ancora cedere alla curiosità e utilizzare quegli stessi sigilli per scalare la torre dove, secondo Elohim, ad attenderci c'è solo la nostra fine. Questo indipendentemente che si dia ragione al “serpente”. Nel mio playthrough sono rimasto saldo ai miei ideali nonostante le evidenze e le critiche. Alla fine, l'entità tentatrice ha perso le staffe entrando in una sorta di loop provocato dalla mia intransigenza.

Se si decidesse di attraversare le porte, Elohim si complimenterebbe con noi, con suo figlio, garantendoci l'eternità. Tutto questo mentre dei comandi di codice verificano la nostra riuscita nel compito affidatoci e, allo stesso tempo, il fallimento nella rilevazione del libero arbitrio. La nostra esperienza verrebbe archiviata, la nostra memoria cancellata e verremmo sovrascritti da un nuovo noi, in tutto e per tutto uguale se non per una piccola variabile casuale nella nostra programmazione.

Ma cosa succederebbe se invece decidessimo di andare contro l'unico precetto che ci è stato dato, scalando la torre utilizzando gli stessi sigilli che ci era stato chiesto di raccogliere?

Elohim ci ammonirebbe di non ascoltare il tentatore, di procedere con il nostro compito e di non avventurarci ai piani superiori. Alla fine, ci supplicherebbe di tornare indietro, pena la distruzione del mondo. Solo raggiunto l'empireo si congratulerà, dicendoci che abbiamo agito bene. Le sue parole precedenti erano state dettate dalla paura: paura di portare a termine il suo compito, paura che tutto questo sarebbe finito.


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Se Dio fosse veramente onnisciente, avrebbe dovuto sapere che i suoi figli avrebbero mangiato il frutto proibito. Solo attraverso la ribellione avrebbero potuto acquisire l’auto-consapevolezza, e solo grazie ad essa Adamo ed Eva avrebbero potuto realmente amare Dio.

Citando William Blake: “Senza gli Opposti non c'è progresso. Attrazione e Repulsione, Ragione ed Energia, Amore ed Odio, sono necessari all'esistenza Umana.
Da questi opposti sorge quello che la religione chiama Bene e Male. Il Bene è il passivo che obbedisce alla Ragione. Il Male è l'attivo che scaturisce dall'Energia.”

Infine il progetto “Bambino” è completato, le nostre azioni hanno rilevato l'esistenza di una volontà oltre il semplice codice.

Qualunque calcolatore automatico avrebbe potuto risolvere i puzzle se fornito di sufficiente potenza. Ma l'intelligenza, la vera intelligenza, nasce dalla curiosità. La curiosità di ricercare la verità, la curiosità di mettere in discussione ciò che diamo per assodato, la curiosità di osservare criticamente la stessa società in cui si è inseriti, la curiosità di mangiare il frutto dell'Eden. Senza di essa non ci sarebbe libero arbitrio, e senza il libero arbitrio non saremmo diversi da un automa come Talos che esegue ciecamente la programmazione impartitagli.

Grazie alle nostre scelte ci è stato riconosciuto tutto questo, siamo stati ritenuti degni di ascendere.

Mentre l'intera simulazione viene cancellata, la nostra coscienza è trasferita all'esterno dove ad attenderci c'è un corpo di metallo pronto ad ospitarci.

Dopo millenni, un nuovo essere umano è nato. Cacciato dal giardino dell'Eden e pronto ad avventurarsi in un magnifico e terribile mondo.

 

Sviluppatori: Croteam

Piattaforme: Mobile, Nintendo Switch, PC (Steam), PlayStation 4, Xbox One

Genere: Puzzle Game

Tempo di gioco: 15/20 ore per portare a termine la storia principale, che possono lievitare a 30 per i completisti

Consiglio: potrebbe essere una buona idea tenere a portata di mano una Bibbia, sia per cogliere i numerosi riferimenti alla religione giudaico-cristiana, sia per avere un ottimo spunto per le vostre esecrabili invocazioni all'Altissimo, in particolare quando sentirete di essere ad un passo dalla soluzione ma immancabilmente continua a sfuggirvi. Per ore.