Ludodidattica: appunti di lavoro per insegnanti di ginnastica

Radio Game By Alvin Palmi

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Doverosa premessa sul senso di questo articolo. Scrivendo o parlando di ludodidattica normalmente mi trovo a ragionare su tentativi di favorire l’apprendimento attraverso attività ludiche anche in quei campi e in quelle materie normalmente destinate a forme di insegnamento più classiche.

Nell’educazione motoria scolastica, come nello sport di base, gran parte dell’attività è già di per sé ludodidattica: il bambino impara giocando in una partitella di calcetto o di basket, in una staffetta di atletica, in un classico rubabandiera… Chiunque lavori con bambini e ragazzini sa bene che alla mera ripetizione di esercizi vanno sempre alternate situazioni giocose e/o agonistiche, in cui la gran parte dei bambini si diverte di più e riesce più facilmente ad impegnarsi al massimo.

Le proposte che seguono hanno invece l’obiettivo di inserire nei giochi motori alcuni elementi cognitivi propri dei giochi da tavolo. L’idea è che anche in palestra o su un prato si possa imparare, oltre che a passare e ricevere una palla o a correre e saltare, anche ad elaborare altri tipi di tattiche e strategie, studiare situazioni e mosse, calcolare velocemente i punti per valutare le priorità, e tanto altro.

 

Tris (con variante jolly)

Gioco tradizionale conosciutissimo e molto nota è ormai anche la versione motoria (potete trovare numerosi video e tutorial in rete). Una zona di gioco con 9 caselle (consiglio per comodità 9 cerchi, ma ben venga anche un 3x3 disegnato con gesso o scotch) e i bambini delle due squadre che corrono, piazzano le prime 3 “pedine” (cinesini o casacche, ovviamente di due colori diversi in base alle squadre) e tornano indietro per dare il classico “cinque” al compagno. Obiettivo logicamente mettere 3 pedine in fila. Se dopo le prime 3 giocate nessuno ha fatto tris, da lì in poi ogni bambino corre e sposta una pedina del suo colore, finché una squadra non vince. Nella sua estrema semplicità, anche il gioco base risulta avvincente e con dinamiche meno banali di quanto si potrebbe pensare. Ho visto anche gruppi di adolescenti sfidarsi a questo gioco e non voler più smettere!  

Propongo anche una variante a mio avviso interessante, da provare però solo in un gruppo che già padroneggia il gioco e propone partite “complesse”, con più mosse, e non solo con la gara a mettere in fila le prime 3 pedine. Si piazza una pedina di un terzo colore, diciamo “neutra” vicino alla zona di gioco, al 3x3 per capirci. Dopo le prime 3 mosse, ogni giocatore può scegliere se spostare normalmente una sua pedina o andare a prendere quella del colore neutro, il jolly, ed inserirla. A quel punto il jolly diventa per quella partita una pedina di quella squadra, e può essere spostata normalmente. La partita prosegue insomma con 4 pedine contro 3. Questa versione propone una scelta interessante e non semplice per il 4° giocatore: se va a prendere la pedina jolly perderà tempo e quasi sicuramente giocherà dopo l’avversario, ma poi, se la partita continua, la sua squadra avrà un chiaro vantaggio dalla pedina in più. Ovviamente (ovvio per un adulto che ci ragiona a tavolino, non certo per un bambino che deve decidere in pochi secondi mentre gioca) se con la 4° mossa è possibile vincere direttamente, o è necessario difendere per evitare il tris dell’altra squadra, conviene effettuarla velocemente spostando la pedina; se invece la partita è bloccata, la mossa giusta sarà sicuramente prendere il jolly e guadagnare la pedina in più.

 

Forza 4

Stesso meccanismo del tris, ma si gioca con le regole di Forza 4. Servono logicamente più cerchi, o un campo disegnato più grande, e più pedine. Il gioco prevedrebbe un tabellone da 7x6, ma per esperienza già con un 5x5 il gioco funziona e raramente la partita finisce in pareggio.

In questo caso ogni giocatore parte con una pedina in mano e la piazza, non esiste la fase in cui si spostano pedine già piazzate. Si continuano a piazzare nuove pedine finché una squadra non ne ha 4 in fila. Ma soprattutto la regola di piazzamento è diversa: non posso scegliere una qualunque casella, le pedine “scendono” come nel gioco, possono essere piazzare solo al livello più basso o più alto rispetto altre pedine già presenti. Importante: è pressoché certo che qualche bambino non capirà al primo colpo questa regola. Non impazzite a rispiegare, sgridare, bloccare il gioco… meglio semplicemente spostare voi in giù le pedine piazzate male, diciamo che in questo gioco l’istruttore può impersonare anche la forza di gravità!

Forza 4, inteso proprio come board-game, è un gioco semplicissimo e per questo spesso sottovalutato. Ma in realtà presenta elementi scacchistici non banali nemmeno per gli adulti e tende sempre a premiare il giocatore migliore, con poca aleatorietà. Vedrete i vostri bambini o ragazzi alle prese con scelte affatto facili.

 

Scarabeo

Credo conosciate tutti, almeno a grandi linee, il vecchio gioco “Scarabeo” e le sue tessere, che presentano semplicemente una lettera e un numero. Il numero rappresenta il valore in punti, che aumenta per le lettere più rare e più complesse da piazzare in una parola (H, Q e Z sono quelle che valgono di più).

La versione motoria che vi propongo ha regole base semplicissime. Bambini divisi in squadre (qualsiasi numero di squadre può giocare contemporaneamente) con zone di partenza equidistanti da una zona centrale in cui sono state sparse le tessere lettera (proprio quelle del gioco da tavolo). Ognuno corre, prende una tessera, la riporta nella sua zona e dà il cinque al compagno. Si prosegue fino ad esaurimento lettere, poi si assemblano le parole e si contano i punti delle varie squadre.

Le varianti sono pressoché infinite, e permettono di lavorare su obiettivi didattici molto vari: si potrà chiedere di incrociare le parole invece che scriverle separate, si potrà premiare la parola più lunga con un bonus, si potrà prevedere un malus per le lettere rimaste inutilizzate, si potranno premiare di più determinate parole (es: verbi, sostantivi, nomi geografici, oppure parole specificamente riferite a uno sport)… insomma, sbizzarritevi pure!

È un gioco molto immediato, facile da organizzare e spiegare, adatto anche a bambini piuttosto piccoli (unico requisito: che siano in grado di riconoscere le lettere).

 

Splendor

Gioco da tavolo ormai piuttosto conosciuto e adatto anche a bambini e ragazzi, per chi non lo conosce si rimanda a regolamenti o tutorial on-line o anche semplicemente al mio precedente articolo su questa rubrica.

La versione motoria prevede una zona di campo, diciamo il tavolo di gioco, con alcune carte (semplici fogli A4 stampati) e dei mucchi di cinesini di colore diverso che rappresentano le gemme da prendere (4 colori + 1 jolly). Ogni bambino corre da un’area di partenza fino alla zona di gioco, svolge un’azione, torna indietro e dà il cinque al compagno.

 

Le azioni possibili sono:

 

  • prendere 3 cinesini di 3 colori diversi
  • prenderne 2 uguali
  • prendere un jolly (che potrà poi essere utilizzato al posto di uno di qualunque colore)
  • comprare una carta, pagando i cinesini corrispondenti.

 

Le carte hanno un punteggio e un costo, come quelle di Splendor, scompare invece il meccanismo degli sconti dati da carte già acquistate. Man mano che vengono comprate le carte vanno “refillate”.

Importante che carte e n° di cinesini siano bilanciati.

 

Il mio format di gioco prevede:

 

  • carte da 1-2-3 punti (con costi variabili, da un minimo di “3 rossi” o “1 blu, 1 rosso, 1 giallo, 1 bianco” fino ad un massimo di “6 uguali” o “2 per ogni colore”)
  •  5 cinesini per ognuno dei 4 colori, più 3 jolly.

 

Non è un gioco semplice, né da proporre e gestire, né da giocare. Consiglio di provarlo solo con gruppi già affiatati e solidi, e comunque non sotto i 9-10 anni.

 

Azul

Anche in questo caso per conoscere il board-game di riferimento si rimanda a materiale facilmente reperibile in rete.

Il meccanismo base ripreso dal gioco è il modo in cui vengono posizionate e scelte le tessere (sempre i nostri cinesini colorati). Vengono disposti in tondo dei cerchi, ognuno contenente 4 cinesini, misti per colore. Ogni bambino può prendere tutti quelli di un colore presenti in un cerchio, quelli rimasti vengono spostati al centro dall’istruttore. Man mano si accumuleranno cinesini al centro, e ogni bambino potrà scegliere se prendere i cinesini da un cerchio o dal centro stesso, con la stessa regola (solo quelli di un colore). Consiglio di inserire al centro un “malus” (fisicamente sarà un cono, o casacca, o cinesino di colore diverso), destinato alla squadra che per prima sceglie dal centro.

Il meccanismo del gioco è semplice (forse più semplice da visualizzare che da spiegare per iscritto, me ne rendo conto!) e la fase di raccolta cinesini anche molto veloce.

 

Dopo di che, come nel caso di Scarabeo, sono le varianti del sistema di punteggio a rendere più vario e strategico il gioco.

 

  • Il sistema di punteggio più banale, valido direi solo per le primissime partite, è:

ogni cinesino 1 punto, vince chi ne raccoglie di più.

 

  • Possibili sistemi più raffinati:

1.     vince chi ha più set di tutti i colori (spinge a giocare bilanciato su tutti i colori)

2.     punti esponenziali per ogni singolo colore (il 1° cinesino vale 1, il 2° vale 2, il 3° vale 3 ecc)

3.     una combinazione dei due sistemi.

 

Può sembrare strano, ma il gioco non prevede necessariamente che i colori siano in pari numero: può essere anzi interessante proporre situazioni particolari come la partita “bilanciata” (si vince con i set di tutti i colori), ma con in campo cinesini sbilanciati. I bambini più sul pezzo capiranno che in quel caso prendere 1 cinesino raro può essere una mossa migliore rispetto a prendere 3-4 cinesini del colore più presente.

Detto che la spiegazione può essere complessa, il meccanismo del gioco è piuttosto semplice. Il livello di difficoltà è inferiore rispetto a Splendor.

 

P.S.: Ci si è qui concentrati logicamente sugli aspetti legati alle dinamiche dei giochi, agli obiettivi cognitivi, e alle possibili varianti legate a questi obiettivi. Nulla vieta di inserire in questi giochi anche elementi motori più complessi. Nel percorso che porta i bambini a raccogliere i cinesini possono essere facilmente inseriti ostacoli da saltare, coni per uno slalom o quant’altro. Ma se siete già istruttori o insegnanti di ginnastica questo non devo certo spiegarvelo io!