INSIDE: finchè c’è umanità c’è speranza

Voli pindarici By Federico Scolari 


6 minuti di lettura

 

Nella penombra di un sottobosco emerge da un cespuglio un ragazzo, nessuna indicazione del luogo in cui si trova e perché sia lì. L’unica scelta possibile è incamminarsi in questo territorio sconosciuto, ma ben presto si viene braccati da uomini vestiti di nero e con i volti coperti da maschere bianche. Questo è l’inizio di Inside.

 

Il gioco non presenta linee di dialogo e si avvale di una potente narrativa silenziosa.

Siamo in un futuro distopico: industrie, edifici abbandonati semidistrutti, un sole che non trova mai spazio fra nuvole nere spesso cariche di pioggia, una natura malata o morente, detriti e sporcizia ovunque; tutto questo viene illustrato con crudo realismo.

 

Come scelta artistica volta a comunicare una totale deumanizzazione, le persone sono sprovviste di tratti somatici facciali. La grafica, in 2D, è fumettistica e caratterizzata da cupi toni di grigio. Il clima che pervade l’opera è dominato da silenzi ovattati, infranti occasionalmente da sordi rumori di sottofondo; la colonna sonora, delicata e angosciante allo stesso tempo, viene inserita solo per accompagnare momenti di pathos che lasciano senza fiato.

 

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Fluido ed essenziale, il gameplay si basa sul semplice movimento a terra o in acqua, con salti, scalate e interazioni con alcuni oggetti chiave.

ll giovane che impersoniamo è di corporatura esile, ha capelli corti e scuri, veste pantaloni neri e maglietta rossa, anonimo come il viso che non viene nemmeno rappresentato; eppure la sua espressività si avvale di un tipo di comunicazione non verbale. Le sue azioni sono caratterizzate da gesti incredibilmente verosimili: senza essere controllato dal giocatore, si accovaccia, allarga le braccia per stare in equilibrio, si asciuga se bagnato, volge lo sguardo verso il pericolo o la meta da raggiungere; il suo respiro e il battito cardiaco sono più udibili quando adrenalina e paura lo assalgono.

Insieme a lui, ci facciamo strada in un mondo ostile, cercando di risolvere puzzle ambientali e tenendo la guardia sempre alta, allo scopo di evitare insidie mortali. La difficoltà delle sfide è calcolata per fare intuire la soluzione a colpo d’occhio o con pochi fallimenti; il level design è sempre vario e stimolante, focalizzando l’attenzione non sulla complessità dell’enigma, ma sull’originalità dello stesso.

Se il protagonista muore, il più delle volte la scena non viene rappresentata con una rapida sconfitta seguita dal caricamento del più vicino punto di salvataggio: viene mostrato come il ragazzo, agonizzante, tenta invano di sfuggire a una fine brutale. In questo modo ci sembra di avere nelle nostre mani la vita di una persona reale che, seppur parte di un’esperienza simulata, non viene sminuita.

 

Le tematiche di Inside sono di forte impatto: poco a poco, scopriamo una società che ha perso ogni etica morale, che ha azzerato il valore della vita e promosso l’omologazione dell’individuo. Telecamere e robot sono vigili per scovare chi osa opporsi, portando all’estremo il concetto di controllo delle masse, rendendo tutti schiavi del sistema. Un sistema composto da persone talmente manipolate da essere pronte ad eliminare qualsiasi possibile minaccia. Noi vestiamo i panni di una voce fuori dal coro che deve lottare per esistere e per non venire messa a tacere per sempre.

 

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Inside è un videogioco che fa riflettere sulle conseguenze derivanti da un uso scriteriato della scienza e della tecnologia. L’umanità, nella sua storia, ha compiuto progressi eccezionali, migliorando la qualità della vita e ampliando la nostra consapevolezza del posto che occupiamo nell’universo. Ma cosa succede se a dirigere la mano che detiene questo potenziale vi è gente priva di scrupoli?

 

“...Erano così preoccupati di poterlo fare che non hanno pensato se lo dovevano fare”.

 

Questa frase, citata in Jurassic Park dall’iconico Ian Malcolm, spiega perfettamente come spesso non sia la ragione a guidare la sperimentazione scientifica, ma viceversa.

Per restare in tema di riferimenti spielberghiani, il nostro protagonista, vestito di rosso, ci ricorda la bambina di Schindler’s list: entrambi spiccano in un mondo grigio; entrambi sono simboli di speranza e umanità, ma pur sempre vittime di questo mondo.

 

L’esperienza di gioco offerta da Inside è capace di farci entrare in empatia con il personaggio, provando angoscia o sollievo a seconda delle situazioni, come se fossimo dentro la sua mente. Il senso di pericolo e la pressione costante dell’ambiente ci coinvolgono come pochi altri giochi sono in grado di fare. Le tematiche etiche toccate ci sconvolgono al punto di temere che la realtà mostrata possa diventare, in un futuro neanche troppo lontano, la nostra realtà.  

 

Al prossimo volo o-o

 

Curiosità: 

-Sviluppatore: Playdead, studio indipendente danese, creatore anche di Limbo.

-Piattaforme: Playstation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC (scaricabile da Steam).

-Consigli: tenere d’occhio i cavi gialli, conducono a dei segreti che, se collezionati tutti, sbloccano un finale alternativo.

-Tempo di gioco: 5/6 ore