GIOCA SOCIALE

Antropoludica By Valentina Macaluso


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Si sa...noi di Golem's Lab giochiamo con tutti e facciamo giocare tutti, sia chi già trascorre la maggior parte del proprio tempo libero giocando...intendo i bambini ovviamente, ai quai proponiamo giochi originali che attivano competenze e capacità cognitive sviluppando una sana competizione. Portiamo il gioco anche a chi, con il concludersi dell' infanzia ed il sopraggiungere dell'età adulta, ha deciso di non giocare più e mettere da parte questa attività tanto piacevole. E cosi' noi proviamo a far ri-scoprire agli adulti il piacere del gioco portando scatole e scatole di giochi nelle scuole, nei centri estivi, nelle ludoteche, nei parchi, agli eventi per famiglie ed anziani.

Un obiettivo che ci preme però consiste nell' estendere il nostro operato a contesti di fragilità sociale come i reparti di ospedale, le case di riposo, le comunità educative. Non nego che questo tema mi stia parecchio a cuore in quanto, come educatrice sociale, sento quotidianamente la necessità di trovare strumenti sempre nuovi per entrare in contatto con l'altro, per far passare contenuti, per comunicare. In sostanza per consolidare la relazione con l'utente, base assoluta di ogni intervento educativo.

Introdurre il gioco in ambito socio-educativo ha prodotto davvero risultati inaspettati.

È scontato dire che non sto parlando di pozioni magiche, di soluzioni facili e nemmeno di scorciatoie, il lavoro in ambito sociale è un lavoro all'insegna della complessità e del sapersi adattare ad ogni situazione, dove capire il contesto e riconoscere i segnali sono abilità che vanno sviluppate quotidianamente. Nelle comunità educative, il rischio che si verifichi un conflitto o che avvenga una crisi e che le cose non vadano come avevi pianificato è alto. Cercando strumenti nuovi, ho sperimentato il gioco ed ho trovato in esso un fedele alleato in contesti di fragilità, in particolare con i minori. Parlo di piccoli successi ma che sono stati vissuti da me, e chi fa questo lavoro mi capirà, come grandi traguardi: riuscire a strappare un sorriso, osservare che ragazze o ragazzi che sembravano incompatibili riescono a giocare insieme oppure vedere che, dopo una partita particolarmente sentita, si dirimono antichi contrasti.

Ma quali giochi proporre ed in quale modalità ?

Questa riflessione nasce da una domanda che mi ha posto recentemente una collega che chiedeva un suggerimento rispetto ai giochi da proporre in una comunità in cui ci sono diversi minori che parlano lingue differenti e che non hanno ancora appreso l'italiano, dove oltre alla barriere linguistica va considerato l'alto rischio di conflittualità.

Da un'osservazione prolungata e da una lunga esperienza noto che la qualità più importante da parte dell'operatore è quella di saper presentare l'attività in modo molto professionale ma allo stesso modo divertente, trasmettendo ai giocatori un' idea di serietà rispetto all'attività che si va a proporre. Far sentire che giocare non è qualcosa di futile ed infantile, ad esempio raccontando la storia del gioco, parlando dell'autore e mostrare di conoscere bene il titolo che si porta. Il regolamento dev'essere molto familiare all'operatore ed è importante aver fatto diverse partite prima di portarlo ai ragazzi.

Ho rilevato che in questo tipo di contesti, affinchè l'attività funzioni, è importante portare giochi con determinate caratteristiche:

- la velocità. Quindi con una durata per cominciare non maggiore di 30-40 minuti, per poi passare anche a giochi da un'ora o ora e mezza.

- la dinamicita'. Meglio evitare giochi con tempi morti ad ogni turno, quindi il gioco dev'essere preferibilmente simultaneo, oppure avere una caratteristica per cui durante ogni turno un qualche elemento mantenga viva l'attenzione anche degli altri giocatori, ad esempio quando le scelte del giocatore in turno o le sue azioni, influenzano il gioco delgi altri.

- interazione media. Le interazioni tra giocatori devono essere imporanti per non far calare l'attenzione e l'interesse ma non troppo dirette. Ad esempio se la giocata di un concorrente può dannegguare troppo l'avversario questo potrebbe innescare conflittualità elevata.  

- regolamento semplice da spiegare e da capire. Questa caratteristica è importante ma altrettanto importante è l'abilità dell'operatore che dovrebbe sviluppare una propria metodologia per spiegare le regole in modo accattivante ed allo stesso tempo lineare.

 

Detto questo vediamo i titoli con queste caratteristiche e che nelle nostre esperienze hanno dato buoni risultati.

Partiamo dai giochi più semplici considerati party game, che innescano meccaniche divertenti e dinamiche come Dobble di Denis Blanchot e The Game del tedesco Steffen Benndorf.

Dobble è un mazzo di carte rotonde ed offre 5 modalità di gioco basato sul colpo d'occhio e la velocità, adattissimo anche ai non parlanti lingua italiana in quanto le regole sono semplicissime e la meccanica è basata su semplici disegni.  

The Game è un altro titolo adatto a gruppi plurilingue, anch'esso composto da un solo mazzo di carte e considerato un party game. Si tratta di una sfida cooperativa contro il gioco stesso che i giocatori devono sconfiggere collaborando tra loro e smaltendo il mazzo di carte. Ogni partita è veloce e richiede intuizione, le regole sono molto semplici da imparare e spiegare.

Due titoli che non fanno parte dei cosiddetti party game e che hanno un regolamento più elaborato, ma comunque semplice da spiegare e capire, sono King Domino e I coloni di Catan, entrambi per un massimo di 4 giocatori.  


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King Domino di Bruno Cathala, devo ammettelo...uno dei miei giochi favoriti, è una rivisitazione del classico domino, ed avendo una meccanica conosciuta in molte culture, risulta spesso familiare anche agli stranieri e le straniere. In King Domino però le tessere rappresentano territori: mare, campi di grano, miniere, boschi e vanno contese con una divertente asta iniziale. L'obiettivo è quello di piazzarle secondo alcune semplici regole per costruire il regno più ricco.  

Un altro gioco che utilizzo spesso è I coloni di Catan di Klauss Tuber, che dura tra i 60 ed i 90 minuti e dove i giocatori concorrono per la colonizzazione di un'isola costruendo strade, città e colonie utilizzando le risorse presenti: legna, argilla, pietra, grano e lana.  

 

Giocare in contesti di fragilità sociale ci permette di osservare dinamiche altrimenti inesplorabili e di introdurre ed affrontare in modo indiretto, ma efficace, tematiche quali: il rispetto delle regole, il saper stare nella sfida e nella competizione, la gestione delle emozioni. Si attivano competenze e si trovano soluzioni originali per la risoluzione di problemi ed il raggiungimento del risultato. Con i giochi cooperativi si tratta anche del saper collaborare ed aiutarsi per uno scopo comune.  

Inoltre il gioco riporta un livello di benessere grazie alla sua capacità di riconnettere il giocatore con i momenti sereni dell'infanzia.

 

Spero che questo articolo possa essere di spunto per colleghe, colleghi e chi, anche in contesto extra lavorativo, cerchi di trovare una chiave per sollecitare curiosità, interesse, competenze o puro divertimento.