Fran Bow: into the multiverse of madness (Parte II)

The principle By Alessandro Scorsino

8 minuti di lettura




“A volte desidero essere una foglia a terra. Calma, mentre muoio.”

- Leon Castillo -

Bentornati alle avventure di Fran Bow, un viaggio tra mondo onirico e universo tangibile, tra sogno e realtà. Nella prima parte abbiamo assistito al trauma che ha portato la piccola ad essere ricoverata in un istituto psichiatrico e la sua rocambolesca fuga attraverso la foresta. Abbiamo incontrato due strane gemelle e un mostro assetato di sangue. Proprio quest'ultimo ha causato la caduta della piccola da un precipizio. Riprendiamo il racconto con la protagonista riversa al suolo.

Quando Fran riapre gli occhi, davanti a lei si mostra uno spettacolo molto diverso da quello che si era immaginata. Un caldo sole ha lasciato il posto alla fredda notte, il luogo è pieno di verde e vita, i colori sono vibranti: sarebbe un paradiso idilliaco se lei non fosse stata trasformata in un tronco giacente a terra.

Con l'aiuto del suo amato gattino e di un essere volante di nome Palontras dotato di poteri curativi (simile a Falkor de “La storia infinita”), la piccola torna ad assumere una forma umanoide, seppur “legnosa”. Questa è sicuramente la parte più fantasy e spensierata del gioco; il mondo in cui Fran si trova ha il nome di Ithersta ed è abitato da creature gentili che ricordano vegetali ed insetti. In questo strano posto si incontreranno anche degli esseri di pura luce chiamati Valoka che si trovano in pellegrinaggio interdimensionale.

Questo capitolo, la cui prolissità è forse l'unico vero difetto di narrativa del gioco, è come un'isola di pace in un mare in tempesta. Sembra di vivere in una classica fiaba per bambini piccoli, dove tutto è magico e colorato. L'uso della Duodina è stato sostituito da un orologio delle stagioni, grazie al quale si può passare tra quattro stadi diversi dell'ambiente, risolvendo così le varie difficoltà. Un fiume impraticabile potrebbe essere oltrepassato in inverno mentre è congelato o un locale chiuso per tutto l'anno potrebbe essere pieno d'avventori in estate.

Ma il suo inseguitore non ha mollato la presa e continua a perseguitarla. Per quanto sia un mondo magnifico, Fran sa che non può restare lì; deve tornare nel mondo reale, deve raggiungere sua zia Grace. Sfruttando l'aiuto e la magia degli autoctoni, riesce a tornare indietro nella foresta, di nuovo con sembianze umane.


quattrojpeg


“Il tempo è il ritmo della nostra percezione.”

- Leon Castillo -

Proprio ora, quando le stranezze sembravano finite, ecco che si palesa l'incontro più significativo di tutti. Dal buio della vegetazione esce uno scheletro alto più di due metri, vestito con eleganza ed un cappello a cilindro. Il suo nome è Itward. Egli è il protettore di tutti i bambini, colui che leggeva le storie a Fran quando era piccina, l'essere che la proteggerà e la porterà in salvo. Per farlo, utilizzerà una strana carrozza volante comandata da una bicicletta, un veicolo che può viaggiare nell'ultrarealtà.

L'universo è infatti diviso in cinque piani di esistenza:

·             Primeve, il regno della luce, luogo d'origine dei Valoka;

·             Ithersta, il regno della vita;

·             Pandora, il regno degli umani;

·             Senersedee, il regno della morte, da cui proviene Itward;

·             Apollo, il regno delle tenebre, dominato da Madre Mabuka. L'abominio con la testa   caprina che non dà pace alla nostra protagonista è Remor, principe delle tenebre e     figlio di Mabuka.

Grazie al mezzo messo a disposizione da Itward, è possibile viaggiare oltre questi cinque mondi in una realtà oltre la realtà. Purtroppo, non tutto va come previsto, e la carrozza si schianta in prossimità della meta. Quando Fran si risveglia, non vede altro che una bici rossa distrutta contro un albero e nessuno accanto a lei, nemmeno Mr Midnight. Ma finalmente è riuscita ad arrivare in città.

La fuga della piccola ha comunque vita breve: il Dottor Deern, preoccupato per lei, è andata a cercarla e la trova tra le strade della cittadina. La convince a salire in auto con lui, ma non la riporterà all'Istituto. Ha scoperto qualcosa di sconcertante: strani esperimenti sui pazienti sotto le cure di Oswald, in particolar modo sui gemelli. Inoltre, da un articolo di giornale, è venuto a conoscenza che Fran è stata data per morta con i suoi genitori: qualcosa non torna.

Insieme, vanno al cimitero dove il dottore decide, senza troppi complimenti o premure, di riesumare e scoperchiare le tre bare dei deceduti. All'interno delle prime due giacciono i cadaveri dei genitori di Fran, in decomposizione, ma intatti. Nella terza, nella piccola bara che dovrebbe appartenere alla figlia, si trova il cadavere di un gatto.

All'uscita del cimitero compare nuovamente Remor che fa perdere i sensi e rapisce Fran. Al suo risveglio, si troverà incatenata ad un letto e, davanti a sé, la zia Grace. Lei e sua sorella erano gemelle ed un tempo, pazienti dell'Istituto. Non sappiamo quali esperimenti subirono, ma di sicuro da adulta, la madre della protagonista decise di allontanarsi da tutto quel mondo. Fran però è troppo importante e la sua mente troppo preziosa, Oswald la desidera. Che l'omicidio dei genitori fosse premeditato?

Dopo un precedente capitolo di apparente calma, ecco che ci si getta in un turbinio di emozioni e rivelazioni. Innanzitutto, l'incontro con Itward, un vecchio amico d'infanzia (immaginario?) dimenticato ed ora ritrovato. La sequenza sulla sua macchina volante è pregna di significati ed interpretazioni che lascio al lettore vivere.

In seguito, il viaggio al cimitero con il Dottor Deern. L'apertura delle bare ci mostra delle verità tangibili: i cadaveri dei genitori sono integri, perciò, non furono mai fatti a pezzi; Fran è stata effettivamente data per morta e sepolta, ma nella sua bara ci sono solo i resti di un gatto. Inoltre, è proprio con il dottore che si verifica uno degli eventi che più pongono dubbi sulla natura delle visioni di Fran. Mentre sono in auto, infatti, la protagonista perde di nuovo la lucidità e il viso del suo medico diventa una maschera di sangue. Mentre è in questo stato, il dottore rivelerà alla piccola di come il proprio padre abusasse ed esercitasse violenza su di lui. Quando la realtà ritornerà alla normalità, Fran chiederà spiegazioni su quanto le è stato rivelato. Il dottore ne sarà profondamente sorpreso: non aveva mai raccontato a nessuno della sua infanzia problematica. Fran è riuscita veramente ad attraversare la realtà e a parlare con una versione inconscia del Dottor Deern?

In ultimo, il ricongiungimento con sua zia Grace. Il tradimento dell'unico suo parente ancora in vita, dell'unico adulto che poteva veramente proteggerla, è terrificante da osservare. Non le importa nulla di sua nipote, ma solo dell'utilità che essa può avere per gli esperimenti del Dr Oswald, al quale è ancora profondamente legata.

cinquejpeg


“Non ho più bisogno di nascondermi dal dolore perché è parte di me. Lo percepisco come amore ovunque e in ogni cosa.

Provo gioia nel piangere. Provo gioia nel ridere. Provo gioia nell'essere vivo.”

- Leon Castillo -

Una volta lasciata sola nella stanza, Fran si libererà grazie all'aiuto di una versione più giovane di sé (l'esistenza della quale è fonte di molte speculazioni tra i fan), da tempo paziente dell'Istituto. La protagonista non è mai stata ricoverata in precedenza all'incidente, forse non se lo ricorda? È per caso una gemella di cui non conosceva l'esistenza, vista l'ossessione di Oswald? La risposta è sfuggente.

Uscita dalla sua prigionia, la piccola si ritrova in una versione distorta e deforme della struttura psichiatrica, fluttuante nella quinta realtà, il regno di Mabuka. Il luogo si presenta come un incubo, con architetture surreali e personaggi vaneggianti. Alla fine, riuscirà a farsi visitare dal “dottore”, che altri non è che Remor. Il principe delle tenebre mostra a Fran la verità: le mostra lei stessa, in ginocchio, con un coltello insanguinato in mano, infierire sui corpi dilaniati dei genitori. È realmente stata lei? E Remor non è altri che il “rimorso”, il suo senso di colpa?

Troppe cose non tornano, ma anche senza risposte, Fran deve andare avanti. Grazie all'incontro con Madre Mabuka in persona, la nostra protagonista riesce ad arrivare nello studio di Oswald. La realtà che la circonda è ancora falsata e, nella stanza fluttuante nel nulla, Fran incontra sua zia Grace con in mano una gabbia dove è rinchiuso Mr Midnight. La parente getta il suo amato gattino nel vuoto chiamandolo “traditore”. Questo è troppo per Fran, che in un impeto di rabbia assale sua zia alla gola gettandola a terra. A questo punto interviene Oswald in persona il quale, nel tentativo di salvare la sua assistente, spara alla piccola Fran in pieno petto.

La bambina è a terra, sanguinante e senza speranze: sta morendo. All'improvviso però, nella stanza irrompono Itward, che scaraventa nel vuoto Grace e Oswald, Mr Midnight e Palontras che immediatamente cura Fran. Finalmente è salva e al sicuro e, con gli amici di questa avventura, parte alla volta di Ithersta dove il dolore è solo un ricordo.

Cos'è realmente successo? Forse Fran è semplicemente una ragazzina sofferente di schizofrenia e la Duodina non ha fatto altro che peggiorare la sua condizione? Forse tutto quello che ha vissuto in questo gioco è frutto della sua immaginazione? Il suo gatto è morto e sepolto nella sua tomba. Se utilizziamo la pillola mentre siamo nella casa di Clara e Mia ci troveremo in un pozzo dove galleggiano cadaveri di bambini, probabilmente il luogo dove vengono gettati gli esperimenti falliti, compreso quello di due gemelle cucite insieme. Il fatto di trovarsi nella forma di un tronco è forse il modo di una bambina di interpretare la condizione di paralisi conseguente alla caduta da un dirupo. Il viaggio nella macchina di Itward può essere stato solo un viaggio in bici, difatti quando ci risvegliamo troviamo unicamente il rottame di una bicicletta schiantata contro un albero. Forse Fran ha davvero ucciso i suoi genitori in un impeto di follia ed è perseguitata dal suo senso di colpa. Può essere che Itward, che alla fine agisce per aiutarla, sia l'intervento di un poliziotto, e il volo sulla schiena di Palontras, il viaggio disperato di un'ambulanza per salvarla.

Oppure... l'alternativa. Fran non si è immaginata nulla, la condizione psicologica della piccola l'ha aiutata a percepire le realtà oltre la realtà: un universo che noi limitati esseri umani, fedeli ai nostri sensi, non riusciamo a cogliere; un cosmo pregno di bellezza e orrore, un mondo complesso e affascinante. Forse ora Fran si trova con i suoi amici, gli esseri che l'hanno sempre sostenuta quando nessun altro c'era, a Ithersta, a vivere un'eterna fanciullezza in serenità.

“Ancora non conosco molte cose... ma una cosa la so... che tra il senso di colpa e la paura... io scelgo la felicità.”

-           Fran Bow -