DIETRO UNA CARTA

Caro giocatore By Tommaso Filippini


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Caro giocatore, in questo articolo voglio riflettere insieme a te su come un semplice mazzo di carte possa in realtà nascondere significati e temi di una sensibilità inaspettata:

Ta-Pum è un gioco da tavolo cooperativo di Fabien Riffaud e Juan Rodriguez, con le magnifiche illustrazioni di Tignous.

E’ il 1914 e un gruppo di amici inseparabili sin dall’infanzia sta per intraprendere un viaggio che li condurrà verso orrore e dolore, un inferno che si chiama prima grande guerra mondiale. L’obbiettivo dei giocatori è quello di mantenere una promessa che i protagonisti hanno stipulato prima di partire: “Torneremo insieme a casa, ad ogni costo”.

 

Con un mazzo di carte e qualche sagoma di cartone Ta-Pum si pone l’obbiettivo di riproporre ai giocatori le difficoltà ed i traumi patiti dai soldati durante la guerra e stimola la collaborazione poiché se perde uno perdiamo tutti.

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Le carte vengono suddivise in due pile, una di queste andrà posizionata sopra la carta “pace” mentre l’altra sopra la carta “monumento ai caduti”. Per vincere i giocatori dovranno terminare il mazzo della pace e trovarsi senza nessuna carta in mano, al contrario se il mazzo dei caduti si esaurisce la partita è persa.

Ad inizio di ogni round i partecipanti pescheranno un numero variabile di carte dal mazzo della pace (che determinerà la difficoltà della missione che stanno intraprendendo), poi durante il proprio turno ogni giocatore sceglierà se effettuare un’azione oppure ritirarsi.

Ora non è mia intenzione annoiarti con una spiegazione approfondita delle regole, perciò ti parlerò solo dell’azione “giocare una carta” e del significato che ognuna di esse ha nel portare i giocatori ad immedesimarsi con il tema e l’ambientazione proposta.

Alcune carte posseggono dei simboli rappresentanti le minacce che i nostri eroi dovranno affrontare, nello specifico sono le bombe, il clima, il gas ed il fischietto. Sfoltire la propria mano di carte è l’unico modo per vincere ma, se in un qualsiasi momento ci sono 3 carte con lo stesso simbolo, la missione è fallita e tutte le carte giocate torneranno nel mazzo della pace rendendo di conseguenza la vittoria più complessa. Non è inoltre possibile rivelare agli altri i simboli che si hanno in mano, portando repentinamente ad un aumento della tensione.

Si può scegliere di ritirarsi senza giocare carte e, se tutti i giocatori si sono ritirati senza 3 minacce dello stesso tipo sul tavolo, allora la missione è completata e le carte giocate saranno definitivamente scartate.

A fine missione controlleremo quante carte sono rimaste in mano ai giocatori e lo stesso numero verrà trasferito dal mazzo dei caduti (ricordi cosa succede se si esaurisce?) a quello della pace.

Ogni simbolo minaccia rappresentato nelle carte ci può far riflettere sui pericoli che i soldati erano obbligati ad affrontare giornalmente, stimolando l’immedesimazione e il tema trattato.


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Grazie a Ta-Pum ho capito il senso del fischietto durante la guerra in quanto quel suono poteva avere due terribili significati: il nemico stava avanzando verso la tua trincea, oppure il tuo comandante stava ordinando l’assalto verso le linee nemiche.

La guerra è fatta anche di traumi, segni indelebili sul nostro corpo e la nostra mente, ferite che ci trascinano contro la nostra volontà dentro un passato che vorremmo solo dimenticare. Già, perché il trauma emerge in situazione di grave pericolo dove la minaccia di morte è sempre più vicina e trovare la salvezza è l’unica cosa che conta. Sopravvivere ad un trauma può avere gravi conseguenze sulla mente e sul corpo.

La dissociazione, ad esempio, comporta il percepire se stessi fuori dal nostro corpo “altrove” , a volte in luoghi sicuri per tutelarci dalla sofferenza, altre volte direttamente alla situazione che ci ha traumatizzati come se la stessimo rivivendo nel presente, magari condizionati da stimoli simili a quella situazione.

Ti faccio un esempio per capire: immaginiamo che tu abbia appena avuto un incidente con la tua auto e nel mentre osservi la luce verde lampeggiante della tua freccia rimasta accesa; è possibile che una luce verde simile (magari di un semaforo) riporti la tua mente allo stato di minaccia percepito durante l’incidente, magari rivivendo quei momenti come se stessi nuovamente dentro la tua macchina appena incidentata. Oltre alla dissociazione possono essere presenti sintomi come ansia, paura, rabbia, difficoltà a dormire, a mangiare, conseguenti al fatto che, nonostante il trauma sia passato, continuiamo a sentirci in uno stato di minaccia come se il pericolo fosse dietro l’angolo. Il primo passo per sostenere chi ha vissuto un trauma è farlo sentire al sicuro, aiutarlo a collocare nel passato quello che gli è accaduto, un passato che ora non può più fargli del male.

Ta-Pum oltre alle carte con i simboli minaccia di cui ti ho parlato sopra ha un’altra tipologia di carte: le carte trauma. Un giocatore con una carta trauma nella sua mano la può giocare davanti a sé e l’effetto di quest’ultima influenzerà sia lui che tutto il gruppo. Queste carte rimarranno con noi per tutta la partita a meno che i nostri compagni, in una particolare fase di gioco, non ci forniscano il loro supporto permettendoci di rimuovere i nostri traumi.

Ho apprezzato molto come gli effetti delle carte nel gioco siano coerenti con ciò che vogliono rappresentare, stimolando l’empatia verso l’altro e lo spirito di collaborazione. Un esempio sono la carta “Mutismo” che obbliga al silenzio e la carta “Fragile” la quale impone agli altri giocatori di non potersi ritirare dalla missione finché il giocatore “fragile” non l’ha fatto per primo; l’idea è quella di restare vicino a chi non ha più la forza di resistere.

Vedi caro giocatore, abbiamo davanti a noi una semplicissima meccanica dove si giocano delle carte e gli altri possono aiutarmi a scartarle; ma cosa c’è dietro tutto questo? Io ci vedo il potere che un gioco ha nel simulare e rappresentare qualcosa di reale, ci prende per mano e ci permette di conoscere e comprendere attraverso il divertimento. Le carte trauma rimangono con noi a meno che qualcuno non ci dia il suo supporto per rimuoverle; proprio come nella realtà un trauma ci resta addosso e ci perseguita fino a che non cominciamo a sentirci al sicuro, anche grazie a qualcuno che ci dica: “Adesso sei salvo, non devi più avere paura”.