Fuga dalla realtà – Seconda Puntata: Level up!

Fuga dalla realtà By Eli Daddio

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La sessione, intensa e divertente, sta finendo. I giocatori hanno appena concluso uno scontro epico, sconfiggendo il boss di questo capitolo della storia. I giocatori possono sentire l’adrenalina calare, quasi affaticati quanto i loro PG.

“Cavolo se è stata tosta!” commenta entusiasta Cornann.
“Ce la siamo cavata per un pelo ma… ce l’abbiamo fatta!” esulta Fedelya.
“Per un attimo ho temuto che il re goblin mi avrebbe fatta a pezzi!” sospira, ora più tranquilla, Protea, aggiungendo: “Tutto merito tuo, Gion: l’idea di accecarlo con un lampo di luce per darmi il tempo di aggirarlo… grande!”
Gion accetta grato il complimento, e io aggiungo:
“Merito di tutti voi! È stato un gran bel lavoro di squadra, gente! E ora… exp per tutti!”
Un coro di giubilo: assegnata l’esperienza, tutti riescono a salire di livello!


Eli 2ajpeg


Uno degli elementi più soddisfacenti e significativi del GdR è la crescita del proprio PG. Normalmente questo avviene guadagnando esperienza (exp per gli anglofoni pigri) fino a soglie predeterminate. Aumentando di livello, un PG diventa più forte: alcune sue caratteristiche possono aumentare di valore, vengono sbloccate nuove abilità speciali, le magie si fanno più potenti, aumentano i punti vita e quant’altro ancora, in base al manuale di riferimento.

Ma perché è così importante?
Questa è forse la dinamica che più lega un giocatore al GdR: giocatori e giocatrici, infatti, possono vedere i propri PG – nei quale, inevitabilmente, proiettano parte della propria personalità – crescere, diventare più potenti, acquisire capacità straordinarie e, in breve, ‘ascendere’ tra i personaggi che popolano la saga immaginata.

Procediamo ad assegnare i nuovi bonus per il livello, iniziando da Cornann.
“I miei PV sono raddoppiati, yay! E vediamo un po’… sì, finalmente posso sferrare un colpo potenziato a ventaglio! La prossima volta che i nemici proveranno a circondarmi… si fa spezzatino, gente!”
Fedelya non è meno entusiasta:
“Oh-oh! Ehi gente, indovinate chi è che ora può lanciare il RAGGIO DISINTEGRANTE senza problemi?”
Potrebbe sembrare semplice: “il mio pg è più forte”. Eppure è molto più di così: il giocatore si sente più capace, sta crescendo insieme al suo stesso PG, l’esperienza di gioco diventa quasi esperienza vera.
Il prossimo combattimento non sarà più facile – 
così come i PG, anche i mostri da affrontare si faranno sempre più forti! - ma sarà certamente più soddisfacente: le opzioni aumentano, gli effetti delle azioni dei PG sono più eclatanti e la storia assume toni sempre più epici.

Questa emozione provata dal giocatore viene chiamata, generalmente, senso di empowerment, ovvero un senso di crescita personale, in cui aumenta l’autostima, ci si sente più efficaci, più determinati e ci si confronta con il mondo con più convinzione.

Nei vent’anni trascorsi fra sviluppo e gioco ai GdR, ho avuto modo di vedere come questo fenomeno impatti positivamente sul giocatore: ho visto persone incredibilmente timide e insicure 
ruggire come belve e perdere ogni timore; ho potuto osservare giocatori che, incoraggiati dalla crescita virtuale del loro avatar, imparavano a essere più sicuri di sé e trovare il coraggio di fare cose che, prima, sembravano loro impossibili.
Tutto questo trae forza anche da un altro piccolo fenomeno psicologico...

Controllo anche l’ultima scheda: Gion sta ancora decidendo come spendere il suo nuovo punto per le abilità.
“Hai deciso qualcosa?”
Esita.
“Non lo so… da una parte potrei sviluppare la mia capacità di cura, per guarire ferite gravissime. Se lo faccio, la prossima volta che affrontiamo un mostro grosso, potrò assicurare a Cornann una tale quantità di punti vita da potersi concentrare tutto sull’attacco. Tuttavia… se invece acquisissi il tratto diplomatico, potrei cercare di evitare lo scontro, la prossima volta.”
“Ma di che parli?!” chiede Cornann ridendo.
“Fammi diventare un muro indistruttibile di PV, al resto penso io!”
Gion continua:
“Sì, ma pensateci, amici… il re dei goblin era pronto a un accordo, in fondo. Se solo avessi trovato le parole giuste, forse avrei potuto convincerlo ad arrendersi ed evitare di rischiare tanto. E poi non ha senso uccidere nemici che possiamo dissuadere dalla lotta, no?”
Cornann sbuffa, ma Fedelya e Protea sono d’accordo:
“Non si risolve tutto con le armi, è vero.”
Gion sorride e dice:
“Sì, ho deciso! Diplomazia sia!”

In questo caso, ci sono ben due elementi che faranno crescere il giocatore di Gion come persona.
In primo luogo, sta sviluppando nuove strategie di problem solving che potranno ispirarlo anche nella vita reale. Nel ragionare sui mille modi di affrontare un problema in gioco, il giocatore è inevitabilmente portato a trasporre le stesse strategie nella sua realtà.
“Avrei potuto parlare con quella persona” diventa un’ovvia e ‘nuova’ risposta a un conflitto relazionale, ad esempio.

In secondo luogo, proprio nelle scelte, nella possibilità di definire la crescita ramificata e complessa del proprio avatar, il giocatore sente aumentare il suo locus of control, un termine che in psicologia, indica la percezione dell’avere più o meno controllo sui fenomeni della propria vita. In breve, il giocatore si sente, anche se solo di poco, artefice del proprio destino, così come lo è del suo personaggio.

I giocatori, attraverso il gioco, ottengono esperienza esattamente come i propri personaggi. Come i propri avatar, imparano dagli errori, cercano di accrescere le proprie capacità e di superare i propri limiti… e talvolta ci riescono!